Abitato Ellenistico
Abitato Ellenistico
Abitato Ellenistico
Abitato Ellenistico
Abitato Ellenistico

Come ogni centro enotrio, sorse su un’altura dalla spiccata funzione strategica. L’intero pianoro di quattordici ettari poteva ospitare una popolazione ben superiore alle mille unità. Le case erano costruite tramite una struttura portante in legno di quercia, pareti rivestite di argilla e il tetto in canne di palude ed erano seminterrate. Ognuna ospitava una singola famiglia. I reperti rinvenuti fanno pensare a un centro molto fiorente, impegnato nei commerci con i Micenei (1.500-1.150 a.C.), poi con i Ciprioti e i Fenici (1.150-800 a.C.) e infine con i Greci nel periodo antecedente alla colonizzazione (800-720 a.C.).

Durante il Bronzo recente (1.350-1.200/1.150 a.C.) a lato della sella di accesso venne costruito un terrapieno difensivo, che reca tracce di incendio. Almeno due case andarono a fuoco nel Bronzo finale (1.200/1.150-960 a.C.) e nella prima età del ferro (960-870 a.C.), forse indizio di episodi bellici sfortunati: molto probabilmente Torre del Mordillo era in competizione con altri centri per la supremazia sulla regione.

Durante il III sec., fu attuato un notevole programma di ricostruzione della città, preceduto da un lavoro di terrazzamento e livellamento lungo il ciglio meridionale dell’altopiano. Al tempo della ricostruzione, fu elevato intorno alla città un massiccio muro di fortificazione Completato il livellamento e il riempimento, i costruttori regolarono la pianta della città secondo un piano prestabilito con un orientamento approssimativo da NE a SO. Nella parte scavata si noti una strada, al di sotto dell’odierna strada Vicinale. Le monete che vi ebbero corso sono dei Breti ed alcune puniche.

Nel corso dell’età ellenistica (circa 324-202 a.C.) vi sorse una piccola città con una pianta di isolati a scacchiera di tipo greco, cinta da un complesso sistema di fortificazioni che fu testimone di diversi scontri bellici. La distruzione finale ebbe luogo forse ad opera di Annibale.

Al medioevo risale la torre che svetta all’estremità settentrionale, da cui prende il nome l’attuale pianoro.